Edizione Trimorfo, Zante, 2010
S O M M A R I O
1.- INFORMAZIONI SULLA FAMIGLIA DI UGO FOSCOLO
Il volume è in qualche misura un ritratto storico della famiglia Foscolo, che si stabilì a Corfù alla fine del XVII secolo, proveniente da Creta, che era caduta sotto il dominio degli Ottomani nel 1669.
I genitori del grande poeta erano Andrea Foscolo, che esercitava a Zante la professione di medico, e Diamantina Spathì (la famiglia della quale tramite il padre Narkissos Spathìs era legata con vincoli di parentela alla famiglia Foscolo). Il primo frutto del loro matrimonio fu Nikolaos Foskolos (26 gennaio 1778), che in seguito a Venezia, aggiungerà al proprio nome anche «Ugo», e seguirono Rubina (10 dicembre 1779), Giovan[ni]-Dionigi (27 febbraio 1781) e Constantino-Anghelo (25 novembre 1787). La vita del Poeta fu duramente provata dalle disgrazie famigliari: il terribile colpo della morte del padre Andrea per tubercolosi (12 ottobre 1788), il suicidio del fratello Giovanni (1801), la morte della madre (1817). La storia della famiglia si chiude xcon il suicidio del fratello Giulio (1838).
Ugo rimase per due anni (1804-1805) sulle rive della Manica in servizio come capitano di fanteria e aiutante di campo nel corpo di spedizione italiano annesso all’esercito napoleonico. Li si legherà alla giovane inglese Fanny Emerytt, da cui avrà una figlia, Floriana, che lo accudirà amorevolmente nell’ultimo anno di vita, finché spirò a Londra il 10 settembre 1827.
2. GIUSEPPE PECCHIO, EMILIO TIPALDO E GIULIO FOSCOLO.
TENTATIVI DI UNA BIOGRAFIA «TESTIMONATA»
Subito dopo la sua scomparsa, sono molti coloro che si impegnano per redigere una biografia del Foscolo. Lo scrittore e critico Michele Leoni vedrà respinta come non rispondente al vero la breve biografia che aveva pubblicato nel 1829: infatti il fratello di Ugo, Giulio, si sta adoperando in quegli anni per dare alle stampe quella che egli vuole sia una biografia degna del grande poeta. In stretta collaborazione con Giulio lavora anche la nobildonna Quirina Mocenni Magiotti, protagonista in passato di un breve relazione con Ugo. Quando l’amico di Foscolo Giuseppe Pecchio, amico di Foscolo, manifestò le sue intenzioni di scrivere anch’egli una biografia del poeta, la Magiotti lo aiutò, offrendogli materiale documentario dal proprio archivio personale, ma la sua opera non lasciò soddisfatta né la Magiotti né Giulio, mentre una analoga iniziativa presa da Leopoldo Cicognara restò, sembra, incompiuta. Non ebbe seguito, anche se fu al centro di accese discussioni, anche il lavoro di Giulio Tipaldo, che suscitò le ire della Magiotti. Fra i numerosi altri che si cimentarono nell’impresa, abbiamo notizia anche del patriota, filosofo e politico Giuseppe Mazzini, nonché dell’italo-dalmata Niccolò Tommaseo.
Per avere la prima vera biografia di Ugo Foscolo bisogna però aspettare il 1842, l’edizione veneziana del grande intellettuale Luigi Carrer.
3.- LA GRECIA E LE OSSA DI FOSCOLO
«che qualunque sia per riescire la mia dimora al Zante, pur la mia andata è oggimai deliberate e prefissa da me in guisa, che la morte sola potrebbe smuvermi dal proposito» scriveva dall’Inghilterra Foscolo a Giuseppe Reinaud. Purtroppo il 10 settembre 1827 la morte lo colse a Londra, in grande povertà, a soli 49 anni. Zante lo pianse e il poeta nazionale greco Dionysios Solomòs, nella cerimonia del 19 novembre 1827, recitò nella chiesa di San Marco lo splendido epicedio scritto per l’occasione «Elogio a Ugo Foscolo». A quel tempo i parenti stretti zantioti del poeta non pensarono di trasportare la salma nell’isola, anche se Ugo aveva espresso il desiderio di ritrovare in patria la sua ultima dimora. La questione fu presto dimenticata, fino a quando si venne a sapere che nell’aprile 1870 il governo italiano si era attivato: dopo l’autorizzazione del governo inglese al disseppellimento, le ossa di Foscolo furono trasferite accanto al cenotafio di Dante, nella basilica di Santa Croce a Firenze. Venuto a conoscenza della richiesta italiana, anche il mondo intellettuale di Zante si attiva per richiedere i preziosi resti del poeta, ma tutte le iniziative presso il governo greco che si mobilita a sua volta presso le autorità inglesi, cadono nel vuoto, come pure altri tentativi presso gli italiani. Le cronache del tempo registrano la delusione per la sconfitta, la questione ma anche lo sdegno per la lunga indifferenza da parte dei parenti del poeta, e degli abitanti di Zante.
4.- LA CASA DI FOSCOLO
Nella capitale dell’isola di Zante prima del terremoto e fino al 6 novembre 1940, quando fu distrutta dai bombardamenti degli italiani, nel quartiere di Panagia Odigitria era ancora possibile visitare la piccola casa popolare in cui aveva vissuto il poeta da bambino dall’ottobre 1780 fino al luglio 1785, quando il padre Andrea dal 1784ricevette l’incarico di primario presso l’ospedale di Spalato, e qui lo raggiunse la famiglia. Cento anni dopo, nel 1881 la casa lasciata in abbandono divenne proprietà del ricco commerciante Ilias Makris Pachygiannis, che aveva intenzione di abbatterla. Per fortuna il sindaco di Zante Lucà Carrer non solo non gli concesse il permesso di demolizione, ma respinse anche la richiesta d’acquisto da parte del governo italiano, giunta attraverso il console italiano a Zante, comportamento che fu applaudito dagli intellettuali di Zante elogiò, e fra i sostenitori ci furono figure di spicco come Spyridon De Biagi e Andrea Martzoki. Ma anche in Italia il tema della casa di Foscolo, il suo abbandono, la ventilata demolizione, accesero grandi discussioni, e ammiratori di Foscolo come Francesco Di Mento e Michele Montardo scrissero sonetti ispirandosi alla sorte di questa povera casa. Infine nel 1886 il comune di Zante decise di acquistare la casa, che dal 1888 ospita la Biblioteca Foscoliana, ordinata e raccolta per opera del sindaco Lucà Carrer.
5.- IL CASO DI ADRIANO MARCHESE COLOCCI
Adriano Colocci (1855-1941), figlio del patriota e senatore Antonio Colocci, fu uno degli spiriti più inquieti del suo tempo. Insegnò presso diverse università, scrisse saggi importanti come la sua ricerca sugli zingari d’Europa, viaggiò in tutto il mondo riportando le sue esperienze in cronache di viaggio, esercitò un’intensa attività politica, e nel 1885 combatté nei Balcani come pure nella Prima guerra mondiale. Fu anche un ardente filelleno: diede il suo appoggio alle rivendicazioni nazionali e unitarie della Tessaglia alla Grecia, per un periodo combatté a fianco dei rivoluzionari greci nel Pilion, e anche negli anni successivi non mancò di sostenere la causa nazionale della Grecia, che per questo gli conferì onori. Nel 1886, durante il suo viaggio in Grecia si recò a Zante e visitò la casa di Foscolo. Subito entusiasta nell’apprendere che il comune aveva deciso di acquistarla, propose di collocare davanti all’ingresso il busto del poeta, che avrebbe fatto eseguire a sue spese. La statua fu realizzata a Firenze, ma quando fu pronta, il comune di Zante si trovò nell’impossibilità economica di finanziarne il trasporto fino all’isola, e poiché il governo greco respinse ogni richiesta di aiuto, la generosa offerta di Colocci andò vanificata. Ma egli non fu certo dimenticato a Zante, dove il suo gesto del filelleno trovò ampia eco e il poeta Ioannis Tsakasianos gli dedica un sonetto.
6.- UNA TRADIZIONE IGNOTA DEI SEPOLCRI DA PARTE DI ANTONIO MANUSSOS
Antonios Manussos (Corfù 1822-Venezia 1903), intellettuale e artista teatrale d’avanguardia nell’ambito greco, si stabilì nel 1845 in Italia per compiere i suoi studi universitari. Spirito libero, abbracciò le idee del Risorgimento e restò fedele ad esse identificandosi con la lotta per l’indipendenza unità e liberazione nazionale dell'Italia: prese parte alla rivoluzione veneziana nel 1848-1849 contro gli austriaci, come pure in molte battaglie nelle fila dell’esercito nazionale italiano dal 1859 in poi. Per i suoi meriti di valore sarà insignito del titolo di Cavaliere da parte del governo italiano. Gli anni in cui rientra in Grecia (decennio 1850, 1874-1877, fine 1880) lo vedono insegnare teatro presso la scuola drammatica e lingua italiana, ma all’inizio degli anni ’90 lascerà definitivamente la Grecia, deluso dai suoi connazionali, e si stabilirà a Trieste fino alla morte. Manussos è autore di un’opera poetica di rilievo, e presso l’Archivio dell’Istituto Greco di Venezia si conservano appunti manoscritti sotto il titolo di ‘Ciceone’, che raccolgono preziosi elementi per ricostruire le sue idee e interessi. Fu grande ammiratore di Foscolo, e fra le sue carte infatti troviamo molti riferimenti e ricaviamo inoltre la notizia che egli tradusse in greco I Sepolcri, l’opera foscoliana forse più tradotta in Grecia nel XIX e XX secolo. Probabilmente Manussos cominciò o ultimò l’opera di traduzione nel 1886, negli anni in cui il comune di Zante acquistava la casa del poeta. Purtroppo la traduzione è andata perduta, o perché Manussos non trovò un editore oppure perché la affidò a un editore a cui si affidò (forse D.Thereianòs) non si occupò poi della effettiva pubblicazione.
7.- UGO FOSCOLO E LA CRITICA LETTERARIA DI SINISTRA FRA LE DUE GUERRE
Nel novembre del 1927 si organizzano a Zante manifestazioni ufficiali di Italia e Grecia per celebrare i cento anni dalla morte del poeta. Si tratta di una iniziativa partita nel marzo 1926 quando è al governo il
dittatore Pankalos, che intendeva in questo modo fare un gesto di avvicinamento all’Italia, e venne poi portata avanti dal nuovo governo in carica nell’agosto 1926, dopo il rovesciamento di Pankalos da parte di Kondylis. Il governo italiano diede il proprio sostegno e partecipò in forma ufficiale alle cerimonie. Molti intellettuali greci però videro dietro questa presenza ufficiale dell’Italia un tentativo di promuovere la propaganda fascista in Grecia. Sulle colonne del quotidiano Rizospastis si accende un appassionato dibattito: Nikos Katiforis difende il valore poetico ma anche la personalità di Foscolo, «in continuo scontro con il dispotismo delle classi dominanti del suo tempo»; Petros Pikròs sminuisce la portata dell’opera di Foscolo e lo accusa: «non si interessò delle spinte moderne della società a lui contemporanea» e lo stigmatizza come «avventuriero, agente di Napoleone, del re Luigi, dello zar e del governo inglese». Questa polemica ha sicuramente radici più profonde, che vanno rintracciate negli scontri ideologici in seno alla Sinistra, che lasciano inevitabilmente il segno anche sulla critica letteraria, come provano anche le riviste letterarie di quegli anni.
8.- BIBLIOGRAFIA DI UGO FOSCOLO.
REGISTRO DELLE PUBBLICAZIONI NELLA STAMPA ATENIESE DEL 1927
Dobbiamo ammettere l’assenza di una Bibliografia Foscoliana, un’opera fondante che avrebbe dato un contributo decisivo alla diffusione degli studi foscoliani in Grecia. Si tratta di un lavoro di ricerca impegnativo, ma non così vasto quanto sono stati i lavori corrispondenti per esempio su Dionysios Solomòs o Andreas Kalvos.
In questo territorio lacunoso brillano però alcuni lavori, i preziosi studi bibliografici di Dionysis Serràs e di Fanì Kazantzì. Nel 2002 Serràs ha cercato nei quotidiani di Atene e nelle riviste del 1927 articoli e pubblicazioni relativi alle cerimonie di celebrazione del centenario di Foscolo a Zante: durante lo spoglio dei materiali, sono venute alla luce un grande numero di pubblicazioni sul poeta. Fra queste, alcuni testi anche di un certo rilievo e fino ad ora sconosciuti di giornalisti noti, scrittori e intellettuali dell’epoca. Si tratta di 213 lemmi in totale, che comprendono notizie, corrispondenze, reportages, commenti di attualità, cronache, conferenze, saggi, traduzioni, critiche e presentazioni di edizioni.